Monopolio naturale, nell’accezione piú stringente del termine, significa che il numero ottimale di imprese presenti sul mercato é pari a uno.

Per definizione il monopolio naturale implica che i costi sostenuti da un’impresa nel distribuire l’intera quantità domandata di un bene o servizio sono inferiori a quelli che sosterrebbero più imprese contemporaneamente presenti sul mercato. Sotto queste condizioni, la presenza di un unico, o di pochi, operatori è più efficiente di una pluralità di imprese.

Il settore della distribuzione elettrica in Italia, è stato riconosciuto dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas come un peculiare esempio di “monopolio naturale”. A renderlo tale sono principalmente le caratteristiche tecnologiche e la rilevanza dei costi fissi, tipici di questo settore. Di conseguenza, é sempre stato sottoposto a una regolazione che ha mirato parallelamente ad incentivare i comportamenti virtuosi per la collettivitá e ad impedire sussidi incrociati verso altri segmenti della filiera.

Per questo motivo, e visto l’interesse nazionale che ricopre, la distribuzione elettrica é stata solo parzialmente interessata dal processo di liberalizzazione che ha investito il settore elettrico italiano alla fine degli anni novanta.

La distribuzione in Italia, ad oggi, viene realizzata da alcuni operatori che hanno ottenuto delle concessioni statali rilasciate il 31 marzo 2001, con scadenza il 31 dicembre 2030.

Per legge le imprese distributrici, non possono vendere energia, ma devono limitarsi all’attivitá di distribuzione. Questa normativa ha imposto ai distributori con piú di 100.000 clienti finali, la separazione, tanto a livello societario come funzionale, delle attivitá di vendita e distribuzione. Nella pratica, in realtá ció ha comportato semplicemente che le grandi aziende di produzione e vendita costituissero societá separate per la distribuzione: (Vedasi Enel Energia e Enel Distribuzione, o A2a Energia e A2a Reti Elettriche).

Uno degli elementi più importanti da tener presente è che i distributori devono garantire il medesimo servizio ai clienti finali indipendentemente da chi sia la società di vendita con la quale il cliente abbia stipulato un contratto. In questo modo viene assicurata la parità di trattamento anche quando si è in presenza di gruppi societari che possono ricomprendere sia una società di distribuzione che una società di vendita.

I ricavi delle imprese distributrici sono oggetto di forte regolamentazione: é infatti lo Stato che definisce gli introiti per la copertura dei costi derivanti dall’erogazione del servizio, la remunerazione dei costi operativi e il ritorno sugli investimenti effettuati, attraverso un sistema tariffario e perequativo.

L’art. 2 comma 17 della legge 481/95 stabilisce dei prezzi massimi unitari per i servizi di distribuzione, al netto delle imposte.

Lo scopo ultimo di queste tariffe, secondo l’AEEG sarebbe quello di:

  • Garantire la qualitá del servizio per un dato periodo rispetto a standard prefissati
  • Coprire eventuali costi causati da eventi imprevedibili ed eccezionali o da mutamenti del quadro normativo
  • Coprire dei costi derivanti da interventi volti al controllo e alla gestione della domanda attraverso l’uso efficiente delle risorse.

L’Autoritá si occupa anche dell’aggiornamento delle suddette tariffe, tenendo conto dell’impatto dell’inflazione nel mercato, e del totale degli oneri sostenuti da parte delle imprese distributrici.

Le componenti tariffarie si basano dunque sui costi medi forniti dai diversi operatori, con particolare enfasi su costi operativi, ammortamenti e remunerazione del capitale investito.

I costi operativi rispondono alla metodologia del price cap, o regolamentazione incentivante. Questo tipo di meccanismo viene utilizzato con l’obiettivo di ridurre i costi, attraverso la regolamentazione dei prezzi. Viene quindi stabilito un tetto massimo di prezzo che puó essere richiesto all’utenza finale dall’impresa distributrice. L’aggiornamento di questo prezzo viene effettuato sulla base di un indice di recupero dell’efficienza (definito X-factor) e l’indice di prezzi al consumo determinato dall’ISTAT.

Rispetto alla remunerazione del capitale di rischio, l’Autoritá ha stabilito che il premio da corrispondere agli investitori deve garantire la copertura del rischio sistematico, ossia quel rischio che non puó essere evitato dagli operatori.

Da quanto sin qui evidenziato, appare chiaro che una qualsiasi impresa operante nel settore della distribuzione sia portata a sottoinvestire, potendo sempre contare sulla remunerazione legata agli investimenti attuati a livello nazionale. I costi medi di settore sono in gran parte riconducibili alle politiche di investimento di Enel Distribuzione, proprietario di una vasta percentuale della rete nazionale, e quindi referenza principale in tema di costi standard del servizio.

La logica adottata dall’AEEG per determinare le tariffe del settore della distribuzione é quindi quella della corrispondenza di prezzi e costi, al fine di retribuire gli oneri ai soggetti che gli hanno sostenuti. Tali tariffe si differenziano per tipologia di utenze, che ricordiamo sono cosí classificate:

  1. Utenze domestiche in bassa tensione
  2. Utenze in bassa tensione di illuminazione pubblica
  3. Utenze in bassa tensione diverse dalla precedenti
  4. Utenze in media tensione di illuminazione pubblica
  5. Utenze in media tensione diverse da quanto riportato al punto d)
  6. Utenze in alta e altissima tensione
  7. Utenze in altissima tensione con tensione nominale tra le fasi superiore a 220kV

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I costi di distribuzione coprono una fetta rilevante della bolletta elettrica, precisamente, circa un 10-11%. Nella suddivisione dell’AEEG rientrano spesso sotto la voce di servizi di rete, insieme ai costi di dispacciamento. Questo perché l’attività di distribuzione consiste nella gestione e manutenzione delle reti elettriche a livello locale. I distributori sono, di fatto, i proprietari delle reti elettriche locali e degli stessi contatori. Sono loro che realizzano gli allacci, (per esempio quando ci sono nuove urbanizzazioni), o le manutenzioni in caso di guasto. In particolare, i distributori sono i responsabili della lettura dei contatori, e del mantenimento anagrafico dei dati attraverso questi rilevati.

Le società di vendita si interfacciano con i distributori per diverse attività, come ad esempio:

  • La ricezione dei dati di consumo effettivi dei clienti
  • La corretta intestazione dei titolari della fornitura. (Ogni richiesta di voltura va comunicata anche al distributore.)
  • La gestione di pratiche provenienti da petizione dei clienti come, aumenti di potenza, verifiche o chiusure del contatore o allacci di nuovi contatori.

La tariffa di distribuzione é obbligatoria per tutti i clienti finali fatta eccezione per le utenze domestiche in bassa tensione.

La tariffa ha una struttura trinomia cosí ripartita:

  • Quota fissa (espressa in cent€ per punto di prelievo per anno)
  • Quota potenza (espressa in cent€ per kW per anno)
  • Quota energia (espressa in cent€ per kWh).

La parte preponderante è ovviamente data dalla quota energia, che è variabile  e correlata ai consumi.

Queste tariffe sono stabilite annualmente e aggiornate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Coprono i costi relativi alle infrastrutture dedicate al servizio di distribuzione/trasmissione e quelli relativi all’erogazione dei servizi. A questi costi si aggiungono quelli per gli squilibri del sistema di perequazione dei costi di trasmissione/distribuzione dell’energia elettrica e dei meccanismi d’integrazione. Infatti i costi sostenuti dai distributori nello svolgimento della loro attività, sono influenzati da fattori quali: le caratteristiche della clientela e da fattori ambientali fuori dal controllo dell’impresa, per i quali in presenza di una tariffa unica nazionale, occorre prevedere l’introduzione di opportuni meccanismi di perequazione che garantiscano la copertura di tali costi. Infine coprono i costi destinati a remunerare i miglioramenti continui del servizio elettrico.

A seguire riportiamo la tabella con le tariffe per il servizio di distribuzione, aggiornate all’anno 2016.

Maria Mura | Energy Consultant

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