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Oggi parliamo di un tema per me particolarmente a cuore, che è il mio paese d’origine, l’Italia. Nelle ultime settimane è stata per prima nel nostro continente protagonista della furia del coronavirus. Vedremo come l’epidemia ha colpito duramente il settore energetico italiano, creando dinamiche e scenari di rilevanza storica.
Effetti del COVID-19 su gas e rinnovabili
In un precedente blog, avevamo affrontato il tema della transizione energetica in Italia, dove gli obbiettivi europei spingevano chiaramente il paese a compromettersi nel settore dell’energia rinnovabile. Abbiamo parlato di PPA, autoconsumo e aggregatore della domanda, definendoli strumenti necessari per il raggiungimento degli obbiettivi del PNIEC.
Ciononostante, al tempo, eravamo ignari della situazione che attualmente sta affrontando l’Italia da un mese a questa parte. Sono note a tutti le condizioni del paese, costretto a chiudere ogni linea produttiva ad eccezione del settore farmaceutico e alimentare, per poter fronteggiare un nemico vigliacco ed invisibile: il COVID-19. I cittadini sono letteralmente barricati in casa da ormai due settimane, secondo le direttive imposte dal Governo Italiano per contenere i contagi all’interno del paese, che attualmente sono piu di 33.000.
L’attenzione di questo blog si rivolge a tutto il sistema energetico italiano, messo a dura prova dal COVID-19, dove l’emergenza sanitria ha causato un crollo del prezzo del gas a livello mondiale, tra l’invocazione della forza maggiore per respingere i cargo di GNL, le temperature invernali miti e la forte produzione di shale gas statunitense. Tutti questi fattori hanno provocato un eccesso di offerta di gas sul mercato italiano (PSV) e conseguentemente una profonda caduta dei prezzi.
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Figura 1: Andamento prezzo spot gas in Europa (€/MWh)
Secondo Wood Mackenzie, la domanda annuale di gas sarà inferiore del 2% rispetto alle previsioni pre-epidemia, ipotizzando una rapida recuperazione della domanda entro aprile, e del 4% in un rallentamento più prolungato. Le ripercussioni sul GNL saranno più intense perché gli operatori forniranno le forniture nazionali e manterranno l’offset dalle importazioni di gasdotti. Si ritiene que 3 MT-MT di GNL andranno perse come domanda.
Sorge lecito a questo punto domandarsi se i prezzi bassi scateneranno una risposta alla domanda: gli analisti indicano che si, ma solo in misura limitata. Un esempio a cui attenersi è il caso verificatosi l’anno scorso, dove in Europa la produzione elettrica è passata dal carbone al gas, le utility hanno ridotto i volumi dei contratti da gasdotti per acquistare GNL spot piu economico. I livelli di stoccaggio hanno raggiunto punte record, ma attualmente siamo già ai massimi stagionali, per cui c’è molta meno flessibilità nel sistema per una risposta simile a quella dell’anno scorso.
La situazione di eccesso di offerta di gas sul mercato ha un impatto immediato sul prezzo dell’elettricità in Italia, tanto spot come futuro piu a corto termine (Cal21).
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Figura 2: Andamento prezzo forward elettricità in Europa Y+1 (€/MWh)
Il rallentamento sui prezzi dell’energia, tuttavia, rende la market parity degli impianti da fonti rinnovabili più difficile da realizzare in assenza di incentivi. In merito all’emergenza sanitaria, l’Amministratore Delegato del GSE, Roberto Moneta, ha dichiarato che la società ha messo in atto alcune misure riguardo alle attività che caratterizzano la gestione degli incentivi del GSE, in quanto non si ferma il proprio impegno a sostegno del settore, del territorio e della Pubblica Amministrazione, più che mai in questo momento, dove sarà necesarrio ripartire per costruire un futuro più sostenibile e resiliente per il nostro Paese. Per questo motivo, il GSE ha deciso di sospendere fino al 30 aprile 2020 tutti i termini e le scadenze nell’ambito dei procedimenti relativi alle forme rinnovabili e agli interventi di efficienza energetica.
Sembra quindi che nonostante le difficoltà che il Paese sta affrontando nella lotta contro il COVID-19, il Governo per ora non intende far passare nessuna deviazione di percorso verso gli obbiettivi di transizione energetica e l’importanza dello sviluppo del settore rinnovabile in Italia.
Effetti del COVID sulla domanda di energia elettrica
Per quanto riguarda la domanda elettrica, la epidemia sta avendo un impatto maggiore sul Paese della crisi finanziera avventa nel 2008. Nelle ultime settimane, la domanda si è vista drasticamente diminuita per il blocco delle attività industriali, essendo questo settore il rappresentante del 40% del consumo totale in Italia.
Secondo uno studio di Energy Quantified, sottogruppo della compagnia di analisi dei mercati energetici Montel, l’effetto coronavirus è chiaramente visibile da un paio di settimane a questa parte, dove i consumi sono diminuiti un 8% e 15% per la settimana 1 e 2 rispettivamente, rispetto ad uno scenario in assenza del virus. Tuttavia, è difficile prevedere a corto termine quale sia l’impatto sulla domanda delle misure contro il coronavirus. Ciononostante, il presente studio indica una possibile riduzione del 20%. Riduzione che supera di gran lunga la diminuzione del 6% avvenuta per la crisi finanziera nel 2008, pertanto sembra che le misure di contenzione dell’epidemia abbiano un effetto molto piu profondo, ma speranzosamente meno prolungato.
Se entriamo più dettagliatamente all’interno della settimana 9-15 marzo 2020, dove sono state indette le misure piu restrittive in italia, si può notare come con il passare dei giorni la domanda elettrica diminuisce consideramente per il progressivo blocco delle attività produttive giorno per giorno. Alireza Soroudi, professore all’università di Dublino, mostra nel suo studio la differenza tra la domanda settimanale media degli ultimi 5 anni in assenza del coronavirus e la settimana dal 9-15 marzo registrata sotto l’influenza coronavirus. Nei grafici seguenti si nota chiaramente la riduzione della domanda:
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Figura 3: Riduzione della domanda tra 9-15 marzo 2020 a causa del COVID-19
Inoltre, se ci soffermiamo sulla distinzioni delle aree geografiche all’interno della penisola, per il settore Nord, con il piu alto percentuale di consumo in italia (57%) e con il maggior numero di contagi, si identifica una riduzione di 75 GWh rispetto al consumo medio in uno scenario senza coronavirus.
Ciononostante, la diminuzione della domanda non ha riscontrato un forte impatto nel prezzo spot dell’elettricità, in quanto i prezzi sono ancora fissati dalle installazioni a ciclo combinato. Infatti, lo spot ha già registrato una diminuzione significativa per la caduta del prezzo del gas, dovuto alla diminuzione della domanda cinese di gas per il coronavirus. Tuttavia, una bassa domanda, combinata con alta generazione solare potrebbe contribuire a rompere il supporto rappresentato dal costo di generazione delle installazioni a gas.
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Figura 4: Prezzo spot (PUN) e costo di generazione a gas
In sintesi, siamo protagonisti di un evento storicamente unico che sta sfatando ogni prefissato fondamento, creando un panorama di incertezza assoluta. Per il settore energetico, il COVID-19 risulta la goccia che fa strabordare dei livelli di prezzo già storicamente inusuali: favorevoli condizioni climatiche, abbondanza di gas, eccesso di offerta di petrolio per la guerra di prezzi tra i maggiori produttori di petrolio mondiali. Panorama del tutto ribassista, in un complesso energetico estremamente debole. Per di piu, lo spread del coronavirus aggiunge pessimismo al panorama, insieme all’incertezza di fino a quando si prolungherà la quarantena per l’Italia, gia attiva da piu di due settimane.
Fino a dove si spingeranno i prezzi di gas ed elettricità? E’ difficile prevedere l’andamento di tali commodities, ma è certo che il sistema energetico attualmente è sottoposto ad una grande sfida. E’ inevitable pensare anche a come l’Italia affronterà i grandi cambiamenti che si era prefissata in termini di compromessi sul settore rinnovabile ed efficienza energetica. E’ chiaro che finchè il nemico non è sconfitto, tutto rimane un gran bel punto interrogativo.
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